Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
PROPIZIARE LA BUONA SORTE
Per propiziare l’arrivo del nuovo anno, c’è l’usanza di ricorrere ad ogni sorta di portafortuna e di riti scaramantici. E’ un modo come un altro per festeggiare, per fare qualcosa di simpatico da condividere con gli altri.
Per Elena, tuttavia, il bisogno di ricorrere alla scaramanzia e ai talismani, era sfociato lentamente in una superstizione che aveva del patologico. Le sue paure, legate all’arrivo di un nuovo anno, l’ avevano portata ad essere del tutto irrazionale.
Riempiva la casa di vischio, di ferri di cavallo, di vasetti di quadrifogli, di statuine raffiguranti spazzacamini, di monete e coccinelle di cioccolato, di cesti d’uva bianca da mangiare allo scoccare della mezzanotte e degli amuleti più disparati.
Per la festa di san Silvestro acquistava ogni anno un nuovo abbigliamento rosso, da indossare rigorosamente sopra a della biancheria intima dello stesso colore e sperava sempre che gli altri facessero altrettanto per aumentare la fortuna.
I primi auguri di quella notte, inoltre, li voleva esclusivamente dagli uomini della compagnia, altrimenti la iella si sarebbe abbattutta su di lei. Ma le sue manie non finivivano lì.
La mattina di Capodanno, appena Elena si svegliava, saltava giù dal letto e apriva immediatamente le imposte, scrutando il vialetto del giardino e la vicina strada e attendendo con trepidazione che qualcuno passasse.
Il motivo era tanto semplice quanto assurdo: la prima persona vista dalla finestra avrebbe decretato la bontà o meno dell’anno appena cominciato e inutile dire che quella persona doveva essere assolutamente di sesso maschile per garantire buoni auspici.
Non sempre, ovviamente, accadeva ciò che Elena sperava e, in tal caso, si sentiva sprofondare nel più cupo pessimismo.
Per tentare di cambiare la sorte avversa, l’ unica possibile soluzione era barricarsi in casa, staccando campanello e telefono per evitare che a qualche donna venisse la malsana idea di farsi viva per gli auguri.
Elena trascorreva la giornata in preda all’ inquietudine, cercando di esorcizzare la sventura mangiando l’uva rimasta e ingozzandosi di lenticchie per tentare di recuperare un po’ di fortuna.
Nonostante tutti quei rituali, ogni anno andava semplicemente come doveva andare, perché la vita non dipende certo dalle varie superstizioni.
Eppure, Elena continuava a portare avanti il proprio modo di affrontare il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Tentava, così, di ottenere il meglio per i giorni a venire e non si curava di ciò che gli altri pensavano di lei. In fondo non faceva del male a nessuno con i suoi comportamenti un po’ strani, anche perché lei li riteneva del tutto normali.
Quell’anno, come sempre, la donna festeggiò con un gruppo di amici, accettando, ovviamente, solo gli auguri degli uomini e, grazie al cielo, nessuna donna, conoscendo le sue manie, aveva tentato di farglieli.
Il mattino seguente, con grande soddisfazione, Elena vide un ragazzo attraversare per primo il giardino. Non lo aveva mai visto, probabilmente si trattava di un amico o di un parente di qualche vicino, ma poco importava, poiché la cosa che contava veramente era aver visto passare un uomo.
La sua gioia, però, durò ben poco. Parlando con una vicina un po’ impicciona, la donna scoprì che quel ragazzo che aveva visto era, in realtà, la fidanzata della nuova inquilina del terzo piano.
Per Elena fu un duro colpo. Del tutto convinta di aver visto un vero maschio, non si era nemmeno barricata in casa, non aveva compiuto i riti scaramantici necessari e ora temeva più che mai un futuro davvero nefasto.
Aveva pure comprato un biglietto della lotteria del 6 gennaio, ma ormai, certa di essere perseguitata dalla sfortuna, con un impeto di rabbia lo gettò nel cestino.
Peccato che quell’ anno nessuno si presentò ad incassare il primo premio.